L.M. Rutenburg è uno storico russo e occidentalista pentito, emigrato a Parigi dopo la caduta dell’Urss. Emarginato per le sue idee non allineate, allo scoppio della crisi in Ucraina si licenzia d’impulso dalla Sorbonne è si reca nel Donbass per condurre una ricerca sulle origini economiche dell’attuale guerra.
Nel frattempo, in Donbass, stretta nella morsa dell’assedio, la compagnia del Teatro dell’Opera di Donetsk prepara uno spettacolo: Il lago dei cigni.
Questa ostinata resistenza dell’arte contro ogni avversità, spinge Rutenburg a trasferirsi nel teatro. Dal bunker sotto il palcoscenico scrive le sue memorie, dando voce ai suoi pensieri e ai suoi dubbi circa gli eventi in corso.
Le difficoltà provocate dalla guerra sono un impedimento continuo: defezioni, paura, mancanza di fondi e dei mezzi più elementari. Ogni giorno il progetto rischia di crollare. Ma la compagnia resiste. A ogni nuova caduta si rialza e prosegue il suo lavoro.
Infine lo spettacolo si farà. Il teatro si riempirà di civili e soldati, donne e uomini, vecchi e bambini. Per una sera, la macchina degli interessi mondiali dovrà fermarsi, dovrà aspettare, fino a quando la compagnia non avrà finito lo spettacolo.
Il film è ispirato a fatti realmente accaduti.